Black Friday? No grazie! (Non farti fregare!)

un lupo travestito da pecora

Questa del “Black Friday” è stata una settimana insopportabile!

Ho incontrato negozianti che, con occhi spiritati e la bava alla bocca, decantavano i loro maxi sconti e le loro offerte speciali. Neanche ascoltavano quello che chiedevi, appena possibile, infilavano nella conversazione l’argomento “Black Friday” tronfi di poter offrire alle loro prede uno sconto così goloso. Ma goloso per chi?

Il massimo è stato in un negozio di ottica. “Vuoi un occhiale da lettura? Niente paura, con il “Black Friday” puoi averne due!” Ma se manco hai la gradazione che mi serve!!! “Non c’è problema! Te ne prendi uno con una gradazione un poco più bassa e l’altro un poco più alta, così ne hai due, tanto con il “Black Friday” bla bla bla…”  Roba da matti! Stessimo parlando di panini, stiamo parlando della salute degli occhi.

Ma con me caschi male, ogni volta che mi nomini il “Black Friday” mi convinci sempre meno. Ma che venditore sei se non sai leggere le micro espressioni di disgusto sul viso dei clienti? Non vedi che sto cercando il modo di andarmene al più presto?

Mi sento offesa, insultata nella mia intelligenza, aggredita sul lato etico, schiaffeggiata sul fronte morale, mentre con gli occhi della mente vedo nuvole fosche di CO2foreste sventrate, mano d’opera sfruttataanimali agonizzanti, fiumi e laghi fosforescenti, discariche a cielo aperto.

Ma non ti rendi conto di quanto poco mi stai “servendo” e quanto invece cerchi di strumentalizzare la situazione per fare cassa e rifilarmi roba che non mi serve? 🙁

Ma c’è il “Black Friday”, la gente pur di portarsi via merce inutile che normalmente non avrebbe mai comprato, evidentemente lascia a casa il cervello. 🙁

Ma che caspita è questo “Black Friday” (letteralmente “Venerdì nero“) o il “Cyber Monday” e tutte le derivazioni sui generis?

Si tratta di giorni dedicati a celebrare il consumismo rampante, lo spreco, il superfluo. In effetti non è si tratta più di singolo giorno, ma oramai si parla di “Settimana del Black Friday“.

Ovviamente il “Black Friday” è una tradizione Americana, nata negli anni ’80.

Ma perché degli Americani ci dobbiamo prendere solo gli eccessi?

Come l’assurda festa di Halloween, altra festa importata di sana pianta nella sua veste più becera e gregaria, solo per farci spendere e spandere (assurda come la festeggiamo noi, senza alcun tipo di spiritualità… Mi piace molto invece il  Día de los Muertos di tradizione messicana che almeno viene festeggiato ricordando i defunti e non andando a molestare i vicini di casa per ricevere dolcetti fosforescenti e cariogeni armati di inquinanti zucche di plastica. ) 🙁

Negli Stati Uniti, il “Black Friday” è il giorno successivo al Giorno del Ringraziamento, il Thanksgiving Dayuna festa Calvinista che si celebra il quarto giovedì di Novembre.

Il Ringraziamento è una cosa seria (almeno dovrebbe!)

Si festeggia nell’America del Nord dal lontano 1621, quando i Padri Pellegrini, fuggiti dall’Europa per poter essere liberi di professare la loro fede Cristiana Calvinista nel Nuovo Mondo, arrivando a bordo della Mayflower dopo una traversata pericolosa che li decimò, decisero di dedicare una giornata per rendere grazie per i doni ricevuti.

Il primo “Black Friday” fu lanciato dai celebri Magazzini “Macy’s” per  celebrare il Thanksgiving Day e ad oggi – dopo 40 anni – Macy’s continua la tradizione organizzando una parata (super sponsorizzata, ovviamente!) che non ha niente a che invidiare al Carnevale di Rio De Janeiro.

Sorvolando sul povero tacchino, animale all’epoca selvatico che sfamò i Padri Pellegrini e oggi piatto tradizionale del Thanksgiving Day massacrato in circa 40 milioni di esemplari ogni anno(anche se ad oggi – non dovendo più fare di necessità virtù – si potrebbero fare scelte altrettanto simboliche ma cruelty free!)…

Collegare una festa con dei regali non è una idea stupida, commercialmente parlando…

Ma una cosa è che venga proposta dai commercianti, l’altra – ben diversa – che sia accolta passivamente dai consumatori.

E che legame ci sia tra il Ringraziamento e l’acquisto sfrenato, non si sa…

Sì, forse il Calvinismo che connette il successo economico e la realizzazione spirituale, giustifica una certa visione consumistica (comunque gravemente distorta e terribilmente miope perché non c’è niente degli insegnamenti di Cristo nella distruzione delle risorse e nello sfruttamento della vita), ma noi che c’entriamo? 

Noi Italiani, di fede cattolica, che abbiamo in casa un Papa che nella sua Enciclica “Laudato sì 2015 stranamente scrisse anche di Ecologia e di Cura della casa comune, dovremmo avere una visione diversa…

Dal momento che il mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone finiscono con l’essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue. Il consumismo ossessivo è il riflesso soggettivo del paradigma tecno-economico. (…)

Tale paradigma fa credere a tutti che sono liberi finché conservano una pretesa libertà di consumare, quando in realtà coloro che possiedono la libertà sono quelli che fanno parte della minoranza che detiene il potere economico e finanziario.

In questa confusione, l’umanità postmoderna non ha trovato una nuova comprensione di sé stessa che possa orientarla, e questa mancanza di identità si vive con angoscia. Abbiamo troppi mezzi per scarsi e rachitici fini

O ancora…

Oggi il peccato si manifesta con tutta la sua forza di distruzione nelle guerre, nelle diverse forme di violenza e maltrattamento, nell’abbandono dei più fragili, negli attacchi contro la natura.

Davvero, non è proprio da me parlare di religione (anche perché ci sono troppi demoni mascherati da santi, e ogni messaggio positivo può essere stravisato e usato per manipolare, basta vedere cosa è stato fatto dalla stessa Chiesa al messaggio originale del Cristo!), ma questa Enciclica parrebbe ricordare che se distruggi la Casa Comune, se distruggi Madre Terra, fai peccato, un peccato – sostiene il Papa – da cui poi confessarsi.

E comunque – possiamo dirlo in altro modo – stai creando Karma.

“Ma cosa caspita c’entra il peccato, il Karma, con il Black Friday?” Mi chiederai…

Acquistando cose superflue senza preoccuparci dei costi reali che ci sono dietro, noi diventiamo mandanti di devastazione, sfruttamento, ingiustizia, uccisioni. Noi creiamo la DOMANDA che permette ad altri di depredare il Bene Comune.

Siamo distruggendo, anzi, stiamo auto-distruggendo il nostro Parco Giochi, quello in cui la nostra Anima – vita dopo vita – sta facendo esperienza del bene e del male per imparareevolvereservire.

Dimmi tu se non è un vero peccato

Ad ogni modo, mettiamola così: non sarebbe più etico “ringraziare” con un giorno di astinenza all’acquisto, per salvare il Pianeta dalla barbarie dello sperpero, del consumo?

O magari non sarebbe più etico “ringraziare” con un giorno dedicato alla Beneficenza per aiutare i più deboli che sono rimasti schiacciati dalle spire del Neo-Colonialismo? (In effetti esiste un timido “Giving Tuesday“, il martedì successivo al “Black Friday” e al “Cyber Monday”, che mi è stato segnalato via mail da Agire Ora e da Action Aid!)

(Apriamo e chiudiamo questa pietosa parentesi: è assolutamente una domanda retorica, dato che si avvicina il Natale, festa in cui monta la frenesia dello sperpero, ricorrenza religiosa in cui questa annosa domanda avrebbe ancora più senso! Evitiamo inutili spargimenti di parole… )

Insomma, il “Black Friday” apre il Vaso di Pandora del Consumo Invernale, è una giornata che per tradizione dà il via alla follia degli acquisti Natalizi.

Follia che si vede nelle file che la gente fa fuori dei negozi, accampandosi per dormire lì tutta la notte per essere pronti ad entrare correndo per comprare belando tutto quello che viene messo loro davanti.

Ancora, soffermiamoci sul termine “black, cioè nero, affibbiato al “Black Friday”.

Nero per il traffico che riempie di nubi nere tossiche le strade? (Questa settimana anche per le strade di Roma non si riusciva a respirare!) O nero per i libri contabili che si riempiono di cifre nere e non più in rosso, colore della perdita. O nero per il petrolio che sostiene il consumismo sfrenato e sta riempiendo il Pianeta di CO2?

Poco importa.

Quello che importa è che regna sovrana un’ipnosi collettiva che spinge all’acquisto indiscriminato di beni e servizi.

Così fan tutti. La riprova sociale è un Autoinganno potente.

Hanno fatto il “Black Friday” anche sulle casse da morto “Paghi oggi e muori quando vuoi!” Ma ci rendiamo conto?

Per non parlare delle promozioni web!

Qui in Redazione abbiamo avuto le caselle email intasate da promozioni che declinavano in tutti i modi possibili il “Black Friday”, alcune squallidissime, altre più creative… Ma nessuno che abbia sollevato un minimo dubbio sull’esigenza reale di questa ricorrenza.

Questa ipnosi all’acquisto con la scusa del “Black Friday” non fa fare una bella figura ai professionisti, alle aziende, ai negozianti…

Ogni volta che ci spremono per farci cacciare soldi per cose inutili, ci stanno cavando il sangue, ci stanno succhiando tempo di vita, tempo che passiamo a lavorare per comprare, sprecare, sfruttare, buttare, inquinare, e poi lavorare ancora per comprare…

Non è solo per quello che ci fanno fare, ma è per come ci fanno vivere!

Ci stanno ingabbiando in una prigione dorata sempre più insostenibile, prigione dove non possiamo fare altro che correre su una Ruota del Topo impazzita, in un carosello senza fine che non ci rende né più felici, né più realizzati.

Una prigione destinata a rimpicciolirsi sempre di più, perché gli schiavi non sono mai liberi e prima o poi ne pagheremo le conseguenze…

Quello che hai comprato durante il “Black Friday” ti serviva davvero? E quanto ti è costato, davvero? E quanto è costato al Pianeta? Quante risorse ha sfruttato, quanta sofferenza ha causato? E quanto costerà in futuro quando lo butterai in discarica?

Ma perché nessuno parla della “Make Something Week” promossa da  Greenpeace per rispondere allo sperpero del “Black Friday” e del consumismo natalizio in genere?

Una settimana mondiale di 300 eventi gratuiti che si terrà in 40 paesi dal 23 novembre al 2 dicembre 2018, per “fare qualcosa” contro lo spreco insegnando a fare invece che comprare.

Perché le alternative all’acquisto automatico ci sono: si può  riparareriutilizzarericiclare, dare una seconda vita a oggetti ancora utili, liberando la creatività personale contro l’omologazione della paccottiglia e della plastica Made in China & dintorni.

Stiamo letteralmente svendendo il Pianeta, eventi come il Black Friday non fanno altro che incentivare le persone ad acquistare oggetti che resteranno nelle nostre vite soltanto per pochi minuti, ma che danneggeranno il Pianeta per secoli. Siamo stati indotti a pensare che la felicità provenga da ciò che compriamo, ma non è così: let’s make somethingfacciamo qualcosa!

Perché altra plastica è “Il regalo che il pianeta non vuole!

Così come questo sperpero di risorse e energie male indirizzate da una mancanza di consapevolezza.

Pace & Amore (e basta bulimia consumistica!)

Viviana Taccione
Autrice, Trainer & Downshifter
[Articolo pubblicato anche in www.ifeelgood.it]